domenica 24 aprile 2011

Dottor Sorriso

La clown terapia:
i primi medici clown debuttarono a New York nel 1986 (1991 in Francia e 1996 in Italia). Il pioniere die questa attività è Michael Christensen, fondatore della Big Aplle Circus, che nel '86 creò la " The Clown Care Unit" (unità di cura da parte dei clown), che porta un sorriso nelle corsie ospedaliere del reparto pediatrico.
La clown terapia è un'attività professionale di supporto alla medicina tradizionale, e non va interpretata solamente come un intrattenimento ludico-creativo, ma come parte integrante del programma ospedaliero, e come strumento da parte dei medici per la cura e l'assistenza dei piccoli pazienti.
All'arrivo in ospedale dei dottor sorriso prendono contatto con il caposala e vengono aggiornati sullo stato di salute dei bambini, in base a queste informazioni pianificano il loro intervento.
La valenza terapeutica della clown terapia è ora riconosciuta.
I sorrisi che questi medici danno, soprattutto ai più piccoli, sono di grande aiuto a superare lo shock provocato dallo stesso ricovero. Questa terapia non ha effetti solamente sul paziente ma anche su chi lo circonda, amici e parenti in primis, ma anche sui medici che hanno una grande capacità di influenzare il bambino e chi gli è più vicino.
Durante gli interventi dei dottor sorriso i bambini ridono e i medici e gli infermieri sorridono, in modo che anche i genitori trovino il coraggio di sostenere i loro figli.
I clown amano ogni bambino, si interessano a capire la sua sofferenza e a trovare i gesti e le parole che riescano a donargli sollievo e liberazione. Questi interventi mirano a rispondere all'esigenza dei piccoli pazienti di evadere dalla tristezza e di tornare semplicemente a ridere come tutti i bambini.
I dottor sorriso accompagnano i medici durante le visite e incontrano individualmente i piccoli pazienti, creando con essi un rapporto di complicità. Il loro compito è quello di sdrammatizzare le pratiche sanitarie e permettere al bambino di esprimere, gestendole, la rabbia, l'ansia e l'angoscia legate alla malattia. La capacità di ascolto, di tatto, sensibilità, riguardo, premura, pazienza sono le doti fondamentali di ogni terapeuta.
Tra il 1999 e il 2001, negli ospedali Tradate e Sant'Anna di Como, sono stati condotti studi scientifici sugli effetti della comico-terapia sulla salute dei bambini ricoverati, i risultati ottenuti sono stati confrontati con gli stati di salute di altri piccoli pazienti non "sottoposti" (con loro grande dispiacere) a tale terapia. Lo studio ha confermato gli effetti positivi della clown terapia.


Immagine tratta dal film Patch Adams (1998) ripreso dall'auto biografia di Hunter "Patch" Adams, interpretato da Robin Williams.

Ridere, la medicina più naturale e divertente

E' ormai scientificamente dimostrato che la risata ha un effetto terapeutico, spesso in grado di rendere più rapido il processo di guarigione. Ridere è un esercizio muscolare e respiratorio che, oltre a rilassare tutti i muscoli del corpo, provocare uun fenomeno di purificazione e liberazione delle vie respiratorie superiori: può far cessare una crisi d'esma grazie al rilassamento muscolare delle fibre lisce dei bronchi e può migliorare l'insufficienza respiratoria.
Ridere calma il dolore, inquanto distrae l'attenzione da esso, questo fenomeno in medicina viene chiamato calma temporanea; alla ricomparsa del dolore, questo non verrà percepito con la stessa intensità di prima.
E' ormai inequivocabile che lo stato psicologico del paziente influisce in modo determinante sulla possibilità di affrontare o meno la malattia e, in alcuni casi, sull'efficacia delle cure. Ridere combatte la debolezza fisica e mentale: la sua azione infatti causa una riduzione degli effetti nocivi dello stress.
Ridere è il primo passo verso uno stato di ottimismo che contribuisce a donare gioia di vivere e quindi ha delle proprietà antidepressive.
La risata è il mezzo più sano per vivere meglio e più a lungo, sfidando le frustrazioni della vita.

Una lettura che vi posso consigliare è "Guarire ridendo, la medicina che non ha bisogno di ticket!!!" di Jacopo Fo.


BUONA RISATA A TUTTI :)

sabato 23 aprile 2011

Un rocker timido : Luciano Ligabue

Al senso della vita, un programma condotto da Paolo Bonollis, ospide Luciano Ligabue..
             Un pensiero sulla vita
           
            

           

Un pensiero sull'esistenza: la figura di Esther Hillesum

Viviamo la nostra esistenza come una routine, senza dar peso alle azioni e alle parole, senza dar valore a ciò che ci circonda, dovremmo forse pensare a chi ha conosciuto, toccato e superato la paura di morire.

Vito Mancuso è un teologo laico, insegna presso l'università San Raffaele di Milano e conduce un programma radiofonico su RaiRadio3 (http://www.vitomancuso.it/). Nel marzo del 2008 ha raccontato la vita e la maturazione spirituale di una grandissima donna divenuta mondialmente nota negli anni Ottanta, si tratta di Esther Hillesum.
Etty, nome con la quale si faceva chiamare, è morta il 30 novembre del 1943 a soli 29 anni, nel campo di concentramento di Auschwitz. Era laureata in giurisprudenza e laureanda in lingua e letteratura russa, proveniva da una famiglia colta, la madre si intendeva sia di musica che di lettere, il fratello maggiore era un noto ricercatore e il fratello più piccolo, Misha, era un pianista promettente.
Esther non è stata battezzata ed era un'ebrea non praticante, per questo motivo non è riconducibile al campo della spiritualità né a quello della teologia, ma nei suoi diari, ritrovati negli anni Ottanta, si può percepire un grande insegnamento, l'amore per la vita: il 2 settembre '43, nonostante la situazione politica, e le condizioni in cui lei, la sua famiglia e la sua gente si trovavano, scrive:
"Eppure la vita è meravigliosamente buona nella sua inesplicabile profondità".
Chi di noi ha il coraggio di pronunciare queste parole, quando diciamo "che giornata di ******" solo perché una squadra di calcio perde una partita, perché c'è traffico per strada.. per cose futili quali queste?!
Etty, per amore della vita, ha fatto l'assistente sociale nel campo di smistamento di Westerbach, nonostante sapesse quanto pericoloso fosse esporsi in quel modo.
"Vado in giro e trovo il mio lavoro da sola, consolo bambini che piangono, porto le valigie alle donne esauste [...] il cielo colmo di uccellini, due vecchiette che chiacchierano su una cassa tra i cespugli, il sole brilla e la tragedia avviene sotto i nostri occhi".
Nel settembre del '43, Esther e la sua famiglia si trovavano in un vagone bestiame, sapevano di essere diretti ad Auschwitz, lei affidò una cartolina al vento ritrovata qualche anno dopo e in questa scrive il dramma e la speranza, scrive che lei e i suoi compagni avevano lasciato il campo di smistamento cantando. Il canto, già nel 1860, era un mezzo per unire le persone che soffrivano, per esempio i neri che lavoravano in condizioni di schiavitù nelle piantagioni cantavano per alleviare la fatica. Etty e la sua famiglia cantavano l'amore per la vita e la speranza che nutrivano in essa.
La nostra speranza in un futuro migliore è mediata dalle istituzioni che eleggiamo, e davanti a scandali e ingiustizie chiniamo il capo e non pronunciamo verbo.. viviamo in un continuo stato di insoddisfazione ed egoismo ma non lottiamo per il benessere della società, ci attiviamo solo quando veniamo colpiti personalmente dall'ingiustizia,  il mondo non vive di singoli, ma di gruppi uniti dalla voglia di migliorare il mondo!
Josef Mayer Nusser, considerato un martire dei nostri tempi, viene descritto come un uomo che restò fedele a se stesso e andò contro il potere, morendo pur di non tradire la giustizia e il rispetto verso l'esistenza.
Siamo una società intollerante, viziata e superficiale che non sa cogliere il bello della vita, che sia il sorgere del sole, una donna incinta piuttosto che la risata di un bambino, Esther, in un campo di concentramento, venendo a contatto con la morte ogni giorno, scrve:
"Sono una persona felice e lodo la vita".

Musicoterapia: la musica come strategia terapeutica

Tutt'oggi non è chiaro il reale significato della musicoterapia: è una terapia razionale, che quindi cerca di agire sul mondo interno della persona, in particolare sulle parti emotive ed affettive. Le problematiche del bambino hanno un riscontro sulla psiche, il fisico e le relazioni sociali; l'intervento musicoterapico agisce sull'integrazione, conoscenza, maturazione e crescita dell'Io.
Un aspetto della musica che a tutti noi è noto, è l'influenza che può avere sull'emotività di ciascuna persona. Molte persone utilizzano la musica per rilassarsi e questo aspetto viene utilizzato anche dalle insegnanti che mi hanno seguita durante il periodo di stage; durante la mattinata i bambini avevano la possibilità di giocare liberamente in aula sino al momento della merenda (dalle 8°° c/a alle 9.15 c/a). Un giorno i bambini erano particolarmente eccitati, la maestra ha spento le luci, segnale della fine del gioco, i bambini hanno incrociato le braccia e fatto silenzio. In seguito è stato azionato un carillon e fino alla fine della melodia (ninnananna) i bambini hanno fatto un esercizio di respirazione (respiri lunghi e profondi).

Ergoterapia

Opera nell'ambito della prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da malattie e disordini fisici, psichici, sia con disabilità temporanee che permanenti, utilizzando attività espressive, manuali rappresentative, ludiche, della vita quotidiana.
Uno degli ambiti in cui opera questa scienza è la pediatria, attraverso il gioco si cerca di migliorare le condizioni nei giovani con ritardi di sviluppo o altri handicap o prevenire disturbi del comportamento come apatia o iperattività.
Durante il periodo di stage ho seguito il programma di ergoterapia dedicato ai bambini del gruppo dei medi (4/5 anni) e dei grandi (5/6 anni). Durante l'ora, che i bambini percepivano come gioco, si lavorava, attraverso dei percorsi con cerchi, tappetini, palle... sulla consapevolezza di sé, creare le prime forme di gruppo, impugnare correttamente gli oggetti, confrontasi con persone nuove...
C'era un percorso prestabilito dalla terapeuta dove i bambini dovevano comportarsi in un determinato modo, solo in due occasioni potevano agire secondo il loro istinto.
Sperimentazione del corpo: saper compiere correttamente una capriola, coordinazione degli arti (superiori e inferiori), equilibrio, far due cose contemporaneamente (portare un oggetto "fragile" facendo il percorso), passare in piccoli spazi, quindi avere un ottimo controllo del proprio corpo muovendosi con cautela. Quest'ultima azione è di grande aiuto ai bambini che solitamente sono molto eccitati e in continuo movimento.
I bambini più timidi ed insicuri, invece, vengono incitati molto e le loro azioni enfatizzate. Questi dovevano essere maggiormente spronati e veniva dato loro un ruolo importante, cosicché gli altri bambini avrebbero dovuto riconoscere il loro impegno.

Iperattività

Le caratteristiche sono rappresentate da difficoltà di attenzione, impulsività e iperattività, questi tre elementi variano da soggetto a soggetto. I bambini interessati da questo problema fanno molta fatica a mantenere l'attenzione e a concentrarsi, hanno la tendenza ad agire senza pensare a quello che stanno facendo, hanno delle difficoltà a modificare il loro comportamento e non riescono a stare tranquillamente seduti a lungo. La manifestazione di questi comportamenti deve aver luogo prima dei sette anni ed essere presenti da almeno sei mesi. In altri termini, un bambino non sviluppa un problema di deficit dell'attenzione da un giorno all'altro, la presenza dei sintomi si deve rilevare per un periodo abbastanza lungo.
Non esistono bambini con deficit dell'attenzione con le stesse caratteristiche, ad esempio, un bambino può trovare difficoltà nel mantenere la concentrazione  ed essere impulsivo senza però essere iperattivo.
Ciò che è essenziale in fase di valutazione è l'analisi del comportamento del bambino e la sua storia familiare.
Malgrado nella terminologia clinica venga usato il termine "disturbo", va precisato che buona parte di questi bambini, se aiutata in tempo con interventi educativi, riescono ad avere una vita scolastica e sociale adeguata.
Soluzioni semplici per questo problema non ce ne sono, ma la sua gestione è possibile. Il solo impiego di farmaci non basta a migliorare tutti gli aspetti associati, il trattamento si basa per il 90% su interventi educativi e per il 10% su interventi farmacologici. E' da evitare il ricorso di sedativi, in quanto peggiorerebbero la situazione sia a livello comportamentale che cognitivo.
Lo yoga e la musica si sono rilevate attività utili a favorire la concentrazione.
Il deficit dell'attenzione, se non trattato, può creare problemi rilevanti nell'autostima della persona interessata. I bambini devono essere incoraggiati a sviluppare il loro potenziale, mettendoli in grado di aumentare la loro efficacia.
La costanza, l'ipegno e gli interventi terapeutici validi, che agiscono su tutti gli aspetti del problema, permetto a questi bambini di spezzare il circolo vizioso di frustrazione ed insuccesso e di aumentare le abilità personali e l'autostima.